-Terra! Terra!- Ed è l’ultimo, generoso lembo di un’Italia razzista
Molti cittadini di Lampedusa hanno conosciuto così quel razzismo, da sempre leghista, come abbiamo imparato a definirlo più recentemente, di tutti quelli che al Nord non hanno dimostrato certo accoglienza alcuna nei loro confronti.
Molti cittadini di Lampedusa sono spesso andati in cerca di lavoro in Lombardia, in Piemonte, in Veneto, ed è qui che sono stati, spregiativamente, chiamati “terroni”. E sono proprio loro, quei terroni che il Nord razzista e leghista ha sempre guardato con sprezzante alterigia, che oggi danno una lezione di grande umanità accogliendo i profughi dalla Libia e dalla Tunisia con generosità, aiutando con cibo e vestiario quei clandestini in fuga che arrivano con scassati barconi nel loro fazzoletto di terra. E’ un popolo, quello di Lampedusa, aperto e accogliente, abituato al passaggio, per via mare, di stranieri che vi arrivano da dovunque, e per questo non ha difficoltà alcuna a dare generosamente solidarietà allo straniero in difficoltà.
Ed è quel popolo che ha dimostrato essere di gran lunga diverso dal resto della bella Italia, che ha aiutato il piccolo Yaeb Saba e la sua mamma a non sentire i disagi di essere nato in mare, di non avere un suo corredino, ma, certamente, ha conosciuto, al suo venire al mondo, la forza di sentimenti quali la solidarietà tra donne, la generosità di altra gente lontana dalla propria terra, ma vicina a lui perché facente parte di quell’umanità sofferente che va aiutata sempre.
Ed ecco la gara di solidarietà, le donne di Lampedusa si sono attivate subito, intanto che giungeva notizia di una donna che aveva partorito su un barcone che avrebbe, a breve, raggiunto la loro costa. Hanno portato alla donna, giunta al poliambulatorio dell’isola con il figlio già nato, pacchi con corredo per le prime necessità del piccolo, che loro ,le donne lampedusane, hanno voluto chiamare Angelo, unito al suo nome che già significa, “dono di Dio”. Ed è un dono di Dio venuto dal mare, il piccolo Yaeb Saba per far capire a tutti gli uomini che non c’è differenza alcuna tra i popoli di qualunque provenienza, ogni vita che arriva serve ad arricchire l’umanità, anche quella che ha dimenticato i grandi valori di accoglienza, di generoso aiuto scambievole, perché tesa, soprattutto, all’edonismo più esasperato, al consumismo e la benessere di una certa società, etichettata come “civile”. Merita la popolazione di Lampedusa il Nobel per la pace, come coloritamente annunciato dal premier, in fuga dai suoi più materiali problemi? Sicuramente è una bella trovata, uscita dal cappello del mago Berlusconi, come tante altre che egli si riserva di tirar fuori nelle situazioni più drammatiche del Paese, ma vogliamo, per una volta riconoscere che, come idea, non è malaccio? Sarebbe una adeguata gratificazione che si può anche condividere, perché esprime tutta l’ ammirazione e il pensiero dei più verso i cittadini di un’isola che è frontiera d’Europa, i quali hanno dimostrato da sempre di accogliere chiunque venga dal mare, farli sentire persone degne di aiuto da parte di chi ha la fortuna di vivere in posti più tranquilli di quelli da dove stanno fuggendo. Che si attivi, sull’esempio della brava gente di quel sud spesso dimenticato, tutta la comunità italiana ed europea, perchè non ci sia nessuna regione d’Italia che dica di non volere gli immigrati, unica scelta di cui un popolo civile debba avere vergogna.
E la comunità europea faccia la sua parte nel collaborare con l’Italia, porta di approdo per questi popoli al di là del Mediterraneo, perché non paghi, ancora una volta, per questa sua posizione geografica che la rende terra di invasione, lasciata sempre da sola da tutti gli altri Stati che, perché geograficamente più lontani, stanno solo a guardare.
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